Il 28 giugno ci ha lasciati Oreste Roseo. Aveva 79 anni.
Essendo all’estero non ho potuto portargli l’ultimo saluto. Scrivo ora queste righe in suo ricordo.
Nel 1966 si forma a Savona un gruppo anarchico composto prevalentemente da ragazze/i che
provengono dai “Provos”, dalla FGCI, dai “Beats”. Tra loro c’è Gianni Ferrario che prende contatti
con Umberto Marzocchi, residente in città. Con Umberto c’è Oreste, vigile urbano di Savona,
anarchico. Ben presto si costituisce un gruppo FAGI che inizia a collaborare con gran parte dei
gruppi anarchici sparsi nel paese. Il gruppo di Savona è tra i più attivi con una quindicina di
compagni che partecipano ai vari convegni e congressi tessendo una rete di contatti anche con i
gruppi non federati.
Oreste era un compagno “antidogmatico”, diceva: “dobbiamo accettare anche quelli che tendono
ad un anarchismo diverso dal nostro”. Spesse volte è intervenuto per aiutare chi si trovava nei
guai, o aveva bisogno di un avvocato, o si era infilato in un vicolo cieco…
Era interessato fortemente a raccogliere opuscoli, libri, materiale del movimento sopravvissuti
al fascismo. In questa ricerca “scopre” Bruno Rizzi, importante intellettuale ignorato dalla cultura
ufficiale, che verrà poi ripreso dai compagni di Milano (GAF), da Prandstraller ed altri.
Con Rizzi intrattiene un’amicizia feconda che durerà sino alla morte di Rizzi.
Rizzi diceva di Oreste: “Roseo, un ragazzo d’oro!”.
Oreste riuscì a mostrarsi per quel che era, un compagno che praticava la difficile semplicità.
Pavese Franco